INCONTRO CON PANKAJ MISHRA
Sep 22, 2023Mishra è un autore di origine indiana che ha scritto già molti saggi e romanzi. Il suo ultimo lavoro, appena pubblicato da Guanda, si intitola Figli della nuova India ed è un romanzo pazzesco, di alto livello letterario e sociologico.
La storia è quella di Arun un ragazzo che nasce in una famiglia molto povera (in India sapete che esistono tradizionalmente delle caste che sono classi sociali da cui è difficile emanciparsi) ma che ha capacità matematiche che gli permettono di accedere in quello che è l’unico vero ascensore sociale nell’India degli anni ’80: l’Indian Institute of Technology.
Ma non confondetevi: non si tratta della classica storia del “se vuoi puoi”, “uno su mille ce la fa”.
Perché in realtà il romanzo -che ha una struttura narrativa iper interessante- si apre con una ragazza che vuole ricostruire quarant’anni dopo (dunque oggi) in un romanzo quello che accadeva nell’istituto tecnologico a seguito di eventi tragici.
Scopriamo infatti -spoilero un po’ ma di poco- che gli amici di Arun sono riusciti davvero ad emanciparsi e diventare ricchi e potenti e trasferirsi in America e diventare dei mega boss della tecnologia ma questo non li ha portati alla “felicità”. Uno di loro è in carcere, l’altro si è suicidato.
E Arun? Arun ha compiuto scelte diverse, ha temuto l’ambizione, ha cercato altro, si è messo in disparte e poi si è rimesso in gioco per amore.
Figli della nuova India è un romanzo che mostra le crepe e la complessità del presente, in un paese lontano dal nostro che ha le sue specificità, ma che non è poi così diverso.
Le domande che il romanzo si pone sono domande urgenti…
Qual è la distanza tra modernità e libertà?
Per cosa vale la pena vivere?
Quel deve essere il rapporto tra tradizione e innovazione?
Ci sono poi l’amore, l’amicizia, il rapporto con la madre che offre un inshight sulla situazione delle donne in India.
È davvero un romanzone.