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La Vita Bugiarda degli Adulti, dal romanzo alla serie tv

amicizia famiglia libri novitĂ  relazioni serie tv Jan 26, 2023
 

I romanzi di Elena Ferrante sono storie di specchi: Lila e Lenù de L'amica geniale, Leda e Nina ne La figlia oscura. Qui ci sono Giannina e Vittoria. Nipote e zia. Due facce di una medaglia diversa che non si riflette ma che, nel porsi l'una di fronte all'altra, in parte trasforma.

"La vita bugiarda degli adulti" è una storia di formazione nella Napoli degli anni Novanta: Giovanna ritrova una zia perduta, nascostagli dal padre perché ritenuta "indegna": troppo folle, scostumata, incapace di emanciparsi dalla povertà. Giannina ricerca se stessa in quella fase della vita- l'adolescenza- in cui è facile frantumarsi. In cui si ricercano assoluti -l'amore, l'amicizia, la famiglia- che si scontrano con una realtà di chiaroscuri (Quann' si piccirill', ogni cosa te pare grossa. Quando si gruoss, ogni cosa te pare niente). Per Giovannina tutto diventa all'improvviso una bugia: il matrimonio dei genitori, la loro agiatezza, la politica, la vita borghese di cene in terrazza a Posillipo. L'unica verità possibile è quella che le offre Vittoria nelle sue scelte radicali e nella sua apparente follia, nella sua vita in periferia, la sua fede apparentemente pura e sincera. 

"La vita bugiarda degli adulti" è il primo romanzo di Elena Ferrante dopo il successo mondiale di L'amica geniale, la serie, diretta da Edoardo De Angelis – alla sceneggiatura ha collaborato lo stesso team de L'amica geniale che comprende la stessa misteriosa autrice-, i temi cari all'autrice si rincorrono: la distanza tra centro e il Rione, la disillusione che arriva quando si attraversano i lati oscuri, lo svelamento di stereotipi sul femminile.

La serie rispecchia quasi alla perfezione il libro (tranne nel rapporto tra Giovanna e l'amica Angela che nel libro è molto più sensuale e forse nella "bruttezza" di zia Vittoria che- mentre leggevo- mai avrei immaginato con i lineamenti di una straordinaria Golino).

La Napoli degli anni Novanta accompagnata dalle musiche dei Massive Attack, Almamegretta, 99 Posse risplende in una oscurità rappresentata dall'ambiguità della zia Vittoria della sua ossessione per un braccialetto (che fa il pari con la bambola de La figlia oscura) di cui non si capisce davvero fino in fondo la reale provenienza. I misteri a metà, le bugie che sono l'altra faccia, essenziale, della verità.

Non c'è verità se non si passa attraverso la bugia. O forse non c'è bugia senza verità.

"La finzione letteraria mi pare fatta apposta per dire la verità" dice Ferrante.

Giovanna per crescere deve ripulirsi dalle bugie per trovare la sua strada. Partendo, liberandosi, in un finale ambiguo e aperto, come la possibilità di vivere senza mentire.

"perché mi hai detto una bugia?" chiede Giovanna a Vittoria

"Perché era bella". Risponde