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LA VITA INTIMA di Niccolò Ammaniti (Recensione con Spoiler!)

2023 consigli famiglia libri novità relazioni Mar 30, 2023

Ho letto La vita intima di Niccolò Ammaniti con grande entusiasmo.

Aspettavo questo romanzo, che è arrivato otto anni dopo quella meraviglia di Anna.

Mi mancava la scrittura di Ammaniti, tagliente, apparentemente leggera, affilata, che quando meno te l'aspetti diventa spietata, di una crudeltà che, però, è sempre capace di strappare in sorriso (amaro, cinico, sprezzante rispetto a certe assurdità della vita).

Devo ammettere che la storia di Maria Cristina Palma, moglie del premier nonché modella e influencer – nonostante odi i social- definita da quelle classifiche che fanno (e pare sempre che le facciano anche un po' a caso e Ammaniti non lo smentisce) certi giornali americani LA DONNA PIU' BELLA DEL MONDO.

[Certo, non si capisce come cazzo ha fatto quel borioso di Mascagni ad accaparrarsi un pezzo di figa così. La risposta c'è. Alla vecchia maniera. Soldi e potere]

 

Una che quando è piccola la madre la veste in maschera ad una festa di bambini dove sono tutti vestiti normali. E la poveretta bambina resasi conto dell'equivoco e delle facce dei compagni che si prendono gioco di lei vorrebbe scappare ma la madre la blocca, impartendole questa severa lezione di vita che le riecheggerà per la vita

Ricorda che questa bellezza non te la sei conquistata. È un dono che ti abbiamo fatto io e tuo padre e devi saperla portare, proprio come il vestito da reginetta. Oggi, se fossi stata spiritosa, te ne saresti fregata degli altri e avresti fatto vedere a tutti chi era la regina della festa. La bellezza, senza coraggio, è un guaio. Proprio perché sei bella non verrai presa sul serio e ti dovrai impegnare cento volte di più delle altre per dimostrare che sei intelligente, profonda, per non essere usata e trattata come una scema dagli uomini. Tuo nonno è il primo che ha portato dall'America il latte detergente in Italia e la nonna sa prendere al lazo i buoi. Tuo fratello sa tuffarsi di testa dallo Zingaro. E tu che sai fare? Sai piangere e scappare come Gina Mangano, la figlia del panettiere? Noi che abbiamo il sangue dei Sangermano, dobbiamo fottercene del giudizio della gente. Persino tuo padre, che è uno stronzo, ha scalato l'Everest. Tu, gioia, non emergi per carattere, ma almeno impara a portare la bellezza come una regina. Capito, amore mio?

Maria Cristina (soprannominata dal gossip tristina) è dunque una donna bellissima, che apparentemente non vuole fare nulla per uscire dallo stereotipo di se stessa. Va in palestra, ama indossare vestiti costosi, andare in lussuosi ristoranti (dove non mangia nulla), non ha interessi culturali se non di facciata, non è interessata agli aspetti più introspettivi – e intimi- dell'esistenza.

Un personaggio con cui per me non è stato facile empatizzare. Anzi non lo è stato per niente, anche perché non riuscivo a chiarire a me stessa se questa visione oggettivizzata di femmina un po' scema ma bellissima archetipica fosse il risultato dello sguardo sociale, dell'autore o una conseguenza della sua volontà.

Ho trovato di certo più simpatici i personaggi di contorno a partire da il Bruco, il guru della comunicazione nerd asociale e anaffettivo che vive su un camper e che governa tramite mail in cui non si mostra mai, la comunicazione del premier e famiglia. Non ho disdegnato nemmeno Caterina, assistente di Maria Cristina dichiaratamente arrivista che si mostra super affettuosa con la sua assistita che in realtà non sopporta (e lo racconta in bagno alla sua compagna mentre Maria Cristina inconsapevolmente ascolta chiusa nella toilette).

Ma chi l'ha detto che in un romanzo i protagonisti ti devono essere simpatici per essere un bel romanzo?

Nessuno. E infatti non è così. La letteratura non deve compiacere ma pungolare, dare fastidio, far arrossire.

E la vita intima a suo modo ci riesce. Ti appassioni a seguire le vicende di una donna che in qualche modo ricerca se stessa, che si rende conto- tramite l'arrivo di un vecchio amore un po' come in Mrs Dalloway ma a differenza di Virginia Woolf qui c'entrano filmini hard e un tocco di revenge porn- di non avere più nulla della se stessa di vent'anni prima. Quella ragazza "scatenata" che gli amici chiamavano la Secca.

Ci sono certamente dei lutti dolorosi con cui deve fare i conti, c'è un presente che per lei non ha più contorni.

C'è un'intervista televisiva che diventa la sua resa dei conti.

C'è la discesa nella sua intimità che passa attraverso la possibilità che i suoi dettagli intimi e pruriginosi diventino appannaggio di tutti (di internet, del pubblico, diventano la possibilità per suo marito di vincere le elezioni). C'è una critica alla società dell'apparenza, del successo, del tutto facile, della bellezza da copertine, dei falsi sorrisi, della politica, lo spettacolo, i social network che non hanno niente a che fare con la vita vera.

L'unico sprazzo di verità arriva da questo vecchio "amore" (che più che altro è stata una storia in barca di rapporti sessuali da ubriachi) che però diventa anche la fonte delle sue preoccupazioni.

O forse il motivo- come dice lei stessa- del suo coraggio, che ha come primo passo un taglio di capelli alla Rosamund Pike in Gone Girl (per lei che è mora con i capelli lunghi).

Che mi ha ricordato quella volta che anche io volevo cambiare, riprendere in mano la mia vita, urlare al mondo la mia cesura col passato e sono entrata da un parrucchiere che mi ha tagliato i capelli di 15 centimetri decolorando delle ciocche e quando sono uscita mi volevo buttare nel naviglio.

 

Poi il romanzo finisce, sembra di botto (DE BOTTO E SENZA SENSO per fare una citazione alta), sembra monco. Ti domandi: ma dove è finito Ammaniti?

Dov'è la satira tagliente? Dov'è la sorpresa? Dov'è il dettaglio crudele spiazzante? Cos'è questo senso di consolazione e speranza che mi pervade?

Ci ho pensato per una notte intera non dandomi pace. Non è possibile che ci sia questa bontà.

Chissà qual è la ragione.

Deve esserci una ragione, sono io che non ho capito.

Invece pensandoci e ripensandoci, rileggendo qua e là il romanzo mi sono resa conto che non c'è nessuna ragione misteriosa, nessun secondo strato di lettura, nessun dettaglio perduto.

Quell'uomo (sono volutamente vaga, vi ho praticamente spoilerato tutto il libro vorrei evitare di spoilerare il finale) è veramente buono, il passato bussa davvero alle porte di Maria Cristina e la rende davvero migliore.

Si è trasformata trovando la sua intimità in diretta tv, nel luogo meno intimo possibile. Grazie a un video che mostrava le sue pudenda in cui lei si è rivista per la prima volta dopo tanto tempo vera.

E penso forse Ammaniti mi ha fregata di nuovo, la consolazione è solo un'apparenza, una stories di instagram, un lieto fine  da condividere sui social.

O forse no. Forse Ammaniti ci vuole dire davvero che nonostante tutto, esiste la bontà.

Basta avere il coraggio di rivolgere lo sguardo, dal fuori al dentro.

E non ascoltare il Bruco.