THE WHALE - Un Brendan Fraser da Oscar
Mar 21, 2023Ho visto The Whale di Darren Aronofsky, nominato a tre Oscar, uno per il protagonista uno straordinario Brendan Freiser, tratto da una piece teatrale di Samuel D. Hunter (tra i nomi più interessanti della scena off Broadway). La trama mi ha ricordato molto un romanzo che ho amato molto (ma non è direttamente correlato) che si intitola Il Peso, di Liz Moore (link)
È un film disturbante e commovente, che si gioca sulle parole, le metafore e l’immagine del protagonista Charlie, un uomo che ha trasformato il suo dolore esistenziale (che scopriremo nel corso del film) nella sua arma di autodistruzione. Charlie è una persona affetta da una grave forma di obesità, ma non fa nulla per curarsi. Anche quando scopre che la sua pressione sanguigna è troppo alta e non avrà troppo tempo per vivere.
In una settimana tutta la sua esistenza gli si srotola davanti. Tutti i suoi errori, le sue paure, le relazioni a cui ha fatto del male (non spoilero, ma nelle trame su internet la trovate).
Una società che lo ha stigmatizzato e fatto sentire sbagliato, incapace – lui che è gentile ed empatico - di reagire.
Fa una tenerezza immensa Charlie, vorresti andare da lui, aiutarlo, buttargli tutte le merendine che ha nel cassetto, portarlo in ospedale, dirgli “la vita non è finita, si può sempre recuperare”.
Ma lui non ci riesce, riesce solo a chiedere scusa a chiunque incontri. Mi dispiace per il mio aspetto, mi dispiace perché sono così, mi dispiace perché esisto.
E poi ci sono i libri e il suo amore per la letteratura. Di mestiere Charlie aiuta i ragazzi del liceo a scrivere le loro tesine letterarie. Ne ha una – che è la chiave del film- che gli sta particolarmente a cuore, che tiene sempre con lui come un amuleto: una tesina dedicata a Moby Dick. La lotta contro la natura e la balena che sta dentro e fuori di noi.
“Questo libro mi ha fatto pensare alla mia vita”.
E ho pensato a tutte quelle volte che ho cercato di spiegare come i libri entrano nelle vite delle persone, le plasmano, ma non sempre le trasformano. Perché lo scarto che c’è tra libro, lettore, e potere delle storie sta negli occhi di chi le guarda (o le legge).
Ma forse a modo suo Charlie ha trasformato la sua vita, decidendo di prenderla finalmente in mano, non lasciandola più scorrere, compiendo un atto di profonda consapevolezza.
E gentilezza.